Simbolo di un simbolo

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Nell’800 e fino agli anni ’30 del secolo scorso l’attenzione degli studiosi si rivolse in particolare all’interpretazione del modello di Ittireddu, l’unico fino a quel momento noto al quale solo nel 1926 si aggiunse quello proveniente da Olmedo. I rinvenimenti di Serri, come vedremo, e l’elemento betilico di Teti-Abini, tutti in pietra, vennero interpretati sempre alla luce dei modelli bronzei.
La prima menzione di un oggetto che successivamente venne riconosciuto come un modello di nuraghe risale al 1864, allorché Giovanni Spano, che nell’ambito dei primi studi sulle antichità della Sardegna rappresenta senza dubbio il più autorevole esponente, pubblicò nel suo Bollettino Archeologico una breve nota relativa ad «una lastra in bronzo da cui sporgono due edifizi separati, uno quadrato, e terminante in cinque piramidi; l’altro quadrilatero, a due versanti, come un padiglione o tenda, nel di cui fastigio sono due colombe in senso inverso».

Autori: AA VV
A cura di: F. Campus, V. Leonelli
Lingua: italiano
Formato: 210×297, pp 388
Anno: 2012
ISBN: 9788890574658
Prezzo: € 43